A tu per tu con

DAVID SMITH

I “progetti per sculture” appartenenti alla collezione di Palazzo Collicola del pittore e scultore statunitense David Smith (1906-1965) sono opere pressoché uniche nel panorama museale italiano. L’artista che studiò pittura a New York, subì l’influenza del surrealismo e di Picasso, iniziando a produrre opere astratte con caratteristici assemblage verso il 1930. Passò ben presto alla scultura, usando tra i primi metalli di scarti industriali, con tecniche inusitate come la saldatura, realizzando sculture essenzialmente verticali di pregnante simbolismo tecnologico. Chiamato da Giovanni Carandente per partecipare alla mostra Sculture nella città di Spoleto nel 1962, eseguì nello stabilimento dell’Italsider a Voltri (Genova) una serie di 26 sculture dal titolo Voltri. Esaltando sempre più la forza espressiva del metallo realizzò una serie detta Cubi e dei Cerchi in acciaio per poi approdare nella sorprendente serie Zig (da Ziggurat per ricordare la monumentalità delle antiche torri a gradini e la loro verticalità) nel 1964, dove l’aggressività del colore è unito alla forza della scultura. I tre Progetti di scultura (smalti e acrilici su carta) furono donati da Smith a Giovanni Carandente quando lo andò a trovare nel 1963 nel suo studio a Bolton Landing, come ringraziamento per averlo fatto conoscere al pubblico europeo. A testimonianza di ciò riportano delle particolari dediche personali riferite a Carandente stesso e a Spoleto, segno di sincero affetto verso l’amico critico e curatore di mostre.
Il disegno è tappa necessaria per svolgere una funzione di equilibrio nell’impeto dello sforzo creativo e da queste opere si nota l’apparente casualità con cui Smith stendeva i reperti metallici sul foglio per ricavarne le impronte dallo spuzzo colorato. Non hanno l’aspetto di bozzetti preparatori, ma i caratteri di opere autonome per l’alta qualità espressiva che li sospende in atmosfere dove emergono codici simbolici della cultura Maya e Azteca, sintesi tra la figurazione archetipica e richiami all’astrazione americana (Motherwell, Baziotes, Rothko). Da segnalare l’importanza nell’aver intuito dal 1957 l’uso dello stencil con smalti a spruzzo, anticipando modelli che in seguito vennero adottati da alcuni autori del Minimalismo e della Land Art. Colpisce l’ordine che presiede i grovigli, il reticolo armonico dei filamenti, la fusione di forme sempre al limite tra figurazione ed evanescenza onirica. Ognuna di queste opere è un frammento della vita dello scultore, una dichiarazione d’identità, memori della calligrafia cinese che inizia sulla carta, continua nello spazio e viene proiettato oltre, permettendoci di apprezzare pienamente e in profondità lo sviluppo del lavoro di Smith.

Palazzo Collicola

Contatti

Piazza Collicola 
06049 - Spoleto (Pg)
www.palazzocollicola.it

Info biglietteria/bookshop

Galleria d'Arte Moderna  
Giovanni Carandente
Spoleto

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