Allievo di Giorgio Morandi e Virgilio Guidi all'Accademia di Belle Arti di Bologna e accademico di San Luca dal 2007, Vasco Bendini (Bologna, 1922 - Roma, 2015), durante la sua lunga carriera, ha esposto in rassegne internazionali come la Biennale d Venezia – edizioni 1956, 1964, 1972 – e collaborato con critici illustri quali – fra i molti – Renato Barilli, Maurizio Calvesi, Bruno Corà, Paolo Fossati etc. Vincitore del Premio Acquisto alla prima e alla quinta edizione del Premio Spoleto, rispettivamente del 1953 del 1957, nello stesso anno espose in città in occasione della Mostra Nazionale di Arti Figurative curata da Bruno Toscano a Palazzo Collicola per poi tornare, nel 1989, con una personale presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Palazzo Rosari Spada. Vicino, in gioventù, al linguaggio informale, negli anni Sessanta e Settanta è sensibile a contaminazioni provenienti dalle tendenze concettuali e poverista per poi tornare, sulla fine del decennio nel condiviso clima di ritorno alla pittura, a un registro concentrato sul segno e la materia.
Datato 1980, il dipinto nella collezione della Galleria d'Arte Moderna “G. Carandente” di Spoleto, L’eremo d’oro, appartiene a questo periodo. Nell'opera, la pennellata, come il propagarsi di una vibrazione, pervade tutta la superficie della tela, lasciando traccia visibile della gestualità viva della mano dell'autore. Disposto come a stabilire un'intermittenza luminosa, il colore, similmente a un respiro, nel variare delle tonalità, alterna momenti di rarefazione ad altri di maggiore densità. Nella profondità generata dal sovrapporsi delle stratificazioni cromatiche, si scorge una luce imperscrutabile.