ASTANZE

Stefano Di Stasio

Spoleto, Palazzo Collicola, 26 giugno – 26 settembre 2021

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Stefano Di Stasio

(Napoli, 1948) vive e lavora tra Roma e Spoleto. Dopo aver frequentato per un breve periodo l’Accademia di Belle Arti nella classe di Toti Scialoja, decide di proseguire gli studi da autodidatta.
Nel 1977-78 apre assieme ad altri artisti amici La Stanza, uno spazio autogestito a Roma, sperimentando installazioni con svariati oggetti, materiali, luci, frammenti di pittura e disegni murali, esponendo nel 1978 un autoritratto a olio dal voluto sapore ottocentesco, gesto provocatore e d’inversione di rotta rispetto a quella che ormai sembrava l’accademizzazione dell’avanguardia. Viene notato da Plinio De Martiis, il quale lo invita a far parte della sua galleria La Tartaruga, dove espone in personali e collettive dedicate al nuovo ritorno alla pittura a partire dalla mostra Sei pittori del 1980.
Nel 1982 partecipa ad Aperto ’82 alla Biennale di Venezia, nel 1984 viene invitato, sempre alla Biennale di Venezia, da Maurizio Calvesi con una sala personale in Arte allo Specchio: alla rassegna veneziana partecipa ancora nel 1995 con una sala personale e nel 2011 presso il Padiglione Italia. Nel 1985 è nella mostra Anniottanta alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna e nel 1986 alla Biennale di Sindey.
Nel 1994 espone la sua prima personale alla galleria L’Attico di Fabio Sargentini, poi ancora nel 2002 e successivamente nel 2009 nella mostra Oltre il Trompe l’oeil. Nel 2005 e nel 2011 realizzerà all’Attico le scene dipinte per le letture dall’Odissea e dall’Eneide.
Tra il 2001 e il 2004 esegue un ciclo pittorico su storie francescane per la chiesa di S. Maria della Pace a Terni, progettata da Paolo Portoghesi. Ha partecipato a quattro edizioni della Quadriennale di Roma, esposto nel 2003 nella mostra La collezione Cerasi presso il Chiostro del Bramante di Roma e nel 2007 è stato inserito in Arte italiana 1968-2007. Pittura presso il Palazzo Reale di Milano.
Tra i musei nei quali ha tenute mostre collettive si ricordano: La pittura ritrovata, Museo del Risorgimento, Roma (1999); Novecento, Scuderie del Quirinale, Roma (2001); Avantgarde in the Eighties, County Museum, Los Angeles (1987); Between Earth and Heaven, Museum of Modern Art, Ostenda (2001); Un secolo d’arte italiana. La collezione Feierabend, MART, Rovereto (2005); Ritratto di una città. Arte a Roma 1960-2001, MACRO, Roma e Anni Settanta a Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2013); La divina commedia nell’arte contemporanea, CIAC, Foligno (2016); Scorribanda, GNAM, Roma e 100% Italia, Museo Ettore Fico, Torino (2018).
Ha infine esposto nelle gallerie Pio Monti, La Nuova Pesa, Gian Enzo Sperone, Il Polittico, A.A.M., Maniero, Studio Vigato, Alessandro Bagnai, Arts Event’s, Ambrosino e Andrea Arte.

Stefano Di Stasio - ARTE E TERRITORIO 

a cura di Fabio Sargentini e Marco Tonelli

Protagonista della stagione assai animata nella pittura italiana negli anni Ottanta (fu inserito nel movimento dei cosiddetti Anacronisti), Stefano Di Stasio, già presente nella collezione della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Collicola, qui vi espone per la prima volta con una mostra personale dal taglio scenico e coinvolgente.

Su un’idea installativa del gallerista e regista di teatro Fabio Sargentini, 9 grandi dipinti sono presentati in altrettante sale del Piano mostre del museo, creando un percorso di stanze o stazioni che dir si voglia, immerse nell’oscurità e ritagliate nel buio da un unico punto di luce, che fa emergere figure monumentali di misteriosi uomini solitari e carichi di connotazioni simboliche, dipinte tra 1994 e 2011 e provenienti da un unico nucleo tematico: quello della Galleria dell’Attico di Roma, presso cui l’artista ha tenuto mostre personali e collettive sin dal. Durante la mostra verranno dedicate alcune serate alla lettura di alcuni passi dell’Eneide in omaggio al dipinto Enea eterno del 2011.

Figure di un San Sebastiano trafitto del nostro tempo o di un San Cristoforo camminatore, portatori di luce di candela, malinconici e arcaici eroi virgiliani come Enea e nostalgici portabandiera, gli uomini ordinari di Di Stasio sono presenze pittoriche eccezionali in cui iconografie complesse e oniriche chiedono solo di essere osservate. Del resto il titolo stesso della mostra proviene da un termine sviluppato e fondato dal celebre storico del restauro e critico d’arte Cesare Brandi: “Presenza che non è flagranza”, sintetizzava Brandi nel 1974 in Teoria generale della critica “ma è come sospendesse l’esistente in quel punto: e questa è allora l’astanza, come presenza della traccia stessa che divide l’essere dall’esistente, il presente come esistente dalla presenza”.

Tra presenza e assenza le opere di Di Stasio incarnano lo spirito della pittura attuale senza paura di non apparire contemporaneo e allo stesso tempo senza ansia di esserlo, richiudendo la dimensione temporale e anacronistica all’interno di dipinti che si presentano come pure astanze. Tra sacro e profano, mito e contemporaneità, Di Stasio racconta la sua biografia onirica per immagini: la pittura è inevitabilmente un sogno, il sogno è necessariamente pittura.

Palazzo Collicola

Contatti

Piazza Collicola 
06049 - Spoleto (Pg)
www.palazzocollicola.it

Info biglietteria/bookshop

Galleria d'Arte Moderna  
Giovanni Carandente
Spoleto

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