A tu per tu con

GIUSEPPE UNCINI

Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Trevi, 2008) fra i vincitori del Premio Spoleto del 1962, stesso anno in cui insieme a Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace e Nicola Santoro fondò il Gruppo Uno, è stato autore di un'estetica lucida e radicale.
Al 1961 risale la sua prima personale romana presso la Galleria L'Attico di Bruno Sargentini con presentazione di Enrico Crispolti, mentre al 1966 la prima presenza alla Biennale di Venezia (dove lo ritroviamo anche nelle edizioni del 1976, 1978, 1984 e 1995).
Artista prolifico, con le serie dei Ferrocementi (1962-65), a cui appartiene l’opera conservata nella collezione della Galleria d’Arte Moderna di Spoleto, delle Strutturaespazio (1965-1966), dei Mattoni (1969-1972), delle Ombre (1972-1978), delle Dimore (1979-1987) degli Spazi di ferro (1987-1996), degli Spazicemento (1993-2000), dei Muri di cemento (2001-2004) e delle Architetture (2004-2007), ipotizzando nuovi paradigmi formali, definisce un alfabeto visivo tautologico, fermamente imperniato sull'autoreferenzialità delle materie impiegate. Queste, interpretate in tutta la loro concretezza, sono prevalentemente ferro, cemento e legno, ma anche mattoni e alluminio, sintetizzate in volumetrie dalle fisionomie dure, geometriche e dal carattere strutturale. Ne derivano sculture e installazioni con una marcata identità materiale e che implicano, nella fruizione, un autentico confronto fisico.
Estrapolando elementi dal paesaggio urbano, Uncini, imposta una riflessione sui modelli dell'abitare, ne coglie i risvolti poetici e ne riformula le proprietà. Parallelamente, ne ricerca una dimensione alternativa.

Palazzo Collicola

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Giovanni Carandente
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