A tu per tu con

LYNN CHADWICK

Chadwick, dopo Moore, Epstein e Hepworth, e insieme ai coetanei Butler, Armitage, Paolozzi e Caro, è stato uno dei più importanti scultori inglesi della seconda metà del XX secolo. Finalista nel 1953 al prestigioso premio internazionale di scultura Unknown Political Prisoner, presente nel 1955 alla mostra New Decade presso il MoMA di New York e a Documenta di Kassel, nel 1955 è vincitore nel 1956 del Gran Premio di Scultura alla Biennale di Venezia, mentre nel 1962 fu tra gli artisti invitati da Giovanni Carandente a Sculture nella città, occasione in cui tra le varie opere (tre in tutto) espose anche Stranger III, donata alla città e ancora oggi visibile su un muro di Via dell’Arringo, davanti la piazza del Duomo.
Come ebbe modo di scrivere proprio Carandente della sua scultura: “Una singolare energia promana dalle sue opere figurative, irte di aculei e di aspre gibbosità e tuttavia ispirate alla tradizione romantica inglese e altresì ai bestiari medievali della cattedrali nordiche”, a testimonianza di un’estetica moderna e arcaica allo stesso tempo, legate alla cosiddetta età dell’angoscia di matrice esistenzialista ma anche a figure primordiali.
Scultura, che seppure sia una fusione in bronzo fu eseguita in un solo esemplare, fa parte di un gruppo di cinque opere datate 1960-1972 (tre acquerelli e due sculture, di cui l’altra in ferro) donate da Carandente alla collezione della Galleria d’Arte Moderna di Spoleto. La sua forma piramidale e gli occhielli ricavati sulle superfici bidimensionali costituiscono una sorta di blocco scultoreo che sintetizza e simboleggia una figura umana, come del resto appare chiaro in uno dei tre acquerelli conservati in museo, datato al 1972, in cui due figure intere sono formate esclusivamente da moduli triangolari di varie dimensioni e colori, in particolarem per quanto riguarda corpo e testa. Un blocco enigmatico, minaccioso, quasi respingente, introverso, chiuso, secondo un tipico modo di produrre la forma da parte di Chadwick (che si era formato come architetto), non facilmente inseribile nelle categorie di astrazione, arte informale o scultura tardo industriale, temperie che l’artista comunque si trovò ad attraversare nel corso della sua attività.

Palazzo Collicola

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Galleria d'Arte Moderna  
Giovanni Carandente
Spoleto

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